Cygnus X-3: un tesoro nascosto nella galassia

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Cygnus X-3: un tesoro nascosto nella galassia
COMUNICATO STAMPA
 
  • Su Nature Astronomy un nuovo studio pone nuova luce sulla comprensione di Cygnus X-3
  • I membri del team di IXPE del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università Roma Tre nel gruppo di ricerca internazionale
Roma, 21 giugno 2024 – È stato pubblicato oggi su Nature Astronomy un importante studio che pone nuova luce sulla comprensione di Cygnus X-3, una delle sorgenti binarie a raggi X più brillanti del cielo. Lo studio, coordinato da Alexandra Veledina, ricercatrice dell’Università finlandese di Turku, è frutto della collaborazione di un team internazionale di ricercatori di diversi istituti di ricerca e università. Tra questi anche gli astrofisici Stefano Bianchi, Giorgio Matt e Francesco Ursini, membri del team di IXPE del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università degli Studi Roma Tre.
Le Binarie X sono sistemi affascinanti composti da due corpi celesti: una stella normale e un oggetto compatto come un buco nero o una stella di neutroni, che acquisisce materiale dalla sua compagna stellare. Finora sono state identificate alcune centinaia di queste sorgenti nella nostra Galassia.

Tra i primi sistemi binari a raggi X scoperti nel cosmo c'è Cygnus X-3. Dall'inizio degli anni '70, questo sistema binario è stato notato per diventare a volte una delle sorgenti radio più intense del cielo, per poi affievolirsi o scomparire completamente in pochi giorni. Questa caratteristica peculiare portò R.M. Hjellming a definirlo nel 1973 "un enigma astronomico chiamato Cygnus X-3". Numerosi sforzi sono stati fatti da allora per comprendere la sua natura.
La svolta nella comprensione di questo oggetto celeste è stata raggiunta grazie allo studio con il satellite Imaging X-ray Polarimetry Explorer (IXPE), frutto della collaborazione tra l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l'agenzia spaziale americana (NASA) con il contributo fondamentale del gruppo di ricerca in Astrofisica del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università Roma Tre. Secondo Alexandra Veledina, ricercatrice all'Università di Turku e prima autrice dello studio, l'osservazione della luce polarizzata nei raggi X ha fornito indicazioni sulla configurazione della materia che circonda l'oggetto compatto in prossimità del buco nero. Veledina spiega: "Abbiamo scoperto che l'oggetto compatto è circondato da un involucro di materia densa e opaca. La luce che osserviamo è un riflesso delle pareti interne del gas che forma questo involucro, come se fosse una tazza con uno specchio interno".
Questa rivelazione ha portato all'identificazione di Cygnus X-3 come membro della classe delle sorgenti ultra-luminose di raggi X (ULX), che consumano materia a un ritmo così enorme che una
frazione considerevole del materiale in caduta non riesce a raggiungere l'orizzonte degli eventi, ma viene invece espulsa dal sistema.
"La scoperta segna un nuovo capitolo nell'indagine di questa straordinaria sorgente cosmica – ha dichiarato Stefano Bianchi, astrofisico dell’Università Roma Tre - offrendo l'opportunità di esplorare con dettaglio questa classe di oggetti, altrimenti presenti solo in galassie lontane e, quindi, molto più difficili da studiare."

Ulteriori dettagli nella pubblicazione di Veledina et al. 2024 su Nature Astronomy:
Link identifier #identifier__744-1https://www.nature.com/articles/s41550-024-02294-9 - Link identifier #identifier__154784-2https://arxiv.org/abs/2303.01174
 
 
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